La cucina italiana usa in gran quantità le erbe aromatiche, anche nelle pappe per bimbi di 7-8 mesi, che quindi iniziano presto a riconoscere tali sapori come familiari e graditi.
Diverso è il discorso per le spezie: spesso i genitori non sanno se inserirle nell’alimentazione dei figli e, se sì, quando e quanto. Il dilemma nasce semplicemente dalla scarsa abitudine al loro uso, diversamente da quanto accade nelle cucine araba o indiana, in cui i bambini, sin dai primi mesi di alimentazione complementare, si abituano al sapore delle spezie. Aumentano la confusione i pediatri, che hanno opinioni diverse sui tempi per introdurre tali condimenti: alcuni li consigliano già con i primi cibi solidi, altri suggeriscono di aspettare i 2 anni. In generale la buona educazione alimentare vuole che il bambino si abitui quanto prima a tutti i sapori presenti in natura. L’ideale sarebbe sfruttare il carattere delle spezie per insaporire i cibi senza aggiungere sale o zucchero (per esempio usando cannella sulla frutta e zenzero sulle carote). Inoltre, le spezie hanno proprietà benefiche: ad esempio la curcuma è antinfiammatoria, soprattutto a livello articolare, è lenitiva e protegge dall’Alzheimer; lo zenzero ha proprietà antiemetiche, combatte l’alitosi e ha potere antibiotico per il tratto gastrico. A parte vanno
considerate le spezie piccanti (pepe e peperoncino) da evitare in età pediatrica poiché possono causare bruciori e dolori gastrici. Anche per i semi (sesamo, noci, mandorle) vi sono diverse opinioni: per alcuni andrebbero introdotti dopo i 2 anni a causa del rischio di reazioni allergiche, mentre altri ne incoraggiano l’uso sin da piccoli, anche per migliorare l’apporto di Omega 3. Se si decide di usare questi ingredienti bisogna macinarli il più finemente possibile per evitare il soffocamento.
Ricetta consigliata Pollo al limone e capperi
Anche per le spezie la qualità è importante: preferitele biologiche, non modificate o conservate con metodi industriali, che siano di origine più vicina possibile al nostro Paese e leggete le etichette. Ancora meglio se le coltivate nell’orto o sul terrazzo: una fioriera di salvia, rosmarino, basilico o prezzemolo dovrebbe essere la buona abitudine di chi, in città, ha la fortuna di un balcone soleggiato. Alla cura delle piantine può collaborare anche il bimbo, che così si responsabilizza ed è stimolato all’assaggio.
In una società sempre più multiculturale anche l’alimentazione deve tendere ad esserlo: cerchiamo di non aver paura di sperimentare sapori di altre culture, che spesso si sposano benissimo con quelli della nostra tradizione, arricchendoli e variandoli.