In televisione. Tessa Gelisio. la fa da casa. Precisamente dalla sua cucina, teatro per eccellenza in cui nascono le meravigliose ricette semplici, buone e genuine che la conduttrice sforna quotidianamente nel suo programma Cotto e mangiato, che ormai è diventato un appuntamento fisso per milioni di spettatori.
Tessa Gelisio cosa rappresenta per te il momento del pasto?
«Un momento sacro, fondamentale. Non salto mai un pasto e se non mangio vado fuori di testa, per questo faccio uno spuntino ogni tre ore.
Il mio corpo ha bisogno di mangiare e me lo fa capire in maniera potente. Mangiare mi dà un estremo piacere a livello fisico e. dal punto di vista psicologico, è un momento del relax».
«Se non sono a casa porto la “schiscetta’’»
Meglio mangiare soli o in compagnia?
«Il quaranta percento delle volte mangio da sola, il rimanente sessanta in compagnia. Ma in ogni caso cucino, cambia solo il tempo che trascorro a tavola. Preferisco di gran lunga mangiare a casa e se mangio fuori preparo la mia “schiscetta”, come si dice a Milano, perché voglio i miei prodotti, i miei piatti».
Qual è il piatto che sa di casa?
«La pasta. Cambio sempre i condimenti, però. Adoro quella classica al pomodoro e, anche se sembra facile, è uno dei piatti più difficili da preparare perché meno ingredienti ci sono, maggiore deve essere l’abilità. Mi piace anche quella in bianco con il pesce e la verdura».
Cosa non manca mai nel tuo menu?
«La verdura: cotta, cruda, saltata, passata in forno. Un piatto che faccio spesso è la ratatouille, un misto di colore e verdure che preparo con un trito di erbette con prezzemolo e timo. Quello che fa la differenza è il taglio delle verdure: devono essere grossolane e tagliate in lungo, poi condite con olio, sale e il trito di erbette e passate in forno una mezz’ora per appassirle. Quindi altri venti minuti per finire la cottura. E una ricetta banale, ma con buone verdure tagliata bene diventa davvero un piatto super gustoso».
Sei sempre stata brava ai fornelli Tessa Gelisio?
«Ho iniziato a cucinare con mia nonna, quando ero piccola. Lei era l’unica che cucinava veramente bene e impazzivo quando mangiavo da lei. Ricordo le sue lasagne, la sua bolognese, le melanzane alla parmigiana, i crostini di fegatini alla toscana, la pasta, che preparava in maniera particolarmente condita, lacarne… Le uniche cose in cui non era particolarmente brava erano il pesce e i dolci».
«Per lavoro ho studiato tanto»
E questi chi ti ha insegnato a farli?
«Ho imparato con Cotto e mangiato. Ho studiato in vista del programma, anche perché io di dolci non ne mangio tantissimi. Per condurre questa trasmissione bisogna avere una formazione a 360 gradi. Io ero poco pasticcerà e ho dovuto prepararmi. Le torte soffici di tutti i tipi ora sono il mio cavallo di battaglia, così come la torta alle mele».
Hai un ingrediente jolly che salva i tuoi piatti?
«Per salvare i piatti sono fondamentali i formaggi».
Cosa hai imparato dalla cucina tipica dei Paesi che hai visitato per vacanza o per lavoro?
«Ho imparato a preparare le zuppe: zuppa alla toscana, panzanella, pappa al pomodoro, castagnaccio. Da servire coi crostini».
Tu produci vino in Sardegna. Cosa ti piace della cucina sarda?
«Mi piacciono i primi: fregole e gnocchetti sono strepitosi. La cucina sarda è più ricca e varia di quanto si possa pensare. È una cucina di terra, ma quella moderna contempla anche il pesce preparato in maniera eccezionale».
«Autunno, stagione di zuppe e vellutate»
Come si abbina il vino ai piatti?
«lo bevo vino rosso anche col pesce. L’importante è che sia buono. Con la sogliola al vapore non bevi certo un amarone, meglio un Cavigna-
no non troppo invecchiato, ad esempio, o un San Giove-se, un Pinot Nero…».
La tua è una cucina salutare: ti capita mai di sgarrare?
«Certo, ma non mangio al fast food! Lo sgarro deve essere di qualità: un bel panino fatto bene, un formaggio goloso, i tortelli super conditi o i ravioli ripieni».
Qual è il piatto che ti rappresenta di più e perché?
«La vellutata: mi rappresenta perché è sana, ma buona e saporita. Inoltre ha mille volti e la puoi fare in mille modi diversi con gli abbinamenti più disparati».
Articolo tratto da Vero.
Tessa consiglia Crostini ai fegatini toscani