Nato a Latina trentacinque anni fa, Simone Di Matteo è editore, scrittore e imprenditore. Ma soprattutto è un popolare opinionista televisivo. Si fa chiamare “L’Irriverente” ed è un tipo pungente quanto basta e sempre molto ironico. Il grande pubblico lo conosce soprattutto per la sua partecipazione alla quinta stagione di Pechino Express, andata in scena in Sud America, con l’amica Tina Cipollari. Poiché tra le sue qualità c’è anche quella di essere bravo ai fornelli, chiacchieriamo con lui di questa sua passione.
Simone di Matteo, che cosa rappresenta per te il momento del pasto in cucina?
«Mangiare è il più grande piacere della vita. Quindi il momento del pasto, per me, è il più importante della giornata. Amo sedermi a tavola, non mi alzerei mai. Se dovessi finire all’inferno ci andrei sicuramente per aver peccato di gola, l’unico peccato di cui non mi pento affatto».
«La verdura fresca non manca mai»
Qual è il piatto che sa di casa, di famiglia?
«La polenta, magari condita con funghi porcini, salsiccia e gorgonzola. Questo è uno dei miei piatti dei ricordi, quello che ha il profumo delle domeniche in famiglia. Mi ricorda subito la gioia di condividerlo con gli amici, la spensieratezza delle giornate che soltanto l’infanzia riesce a regalarti».
Un particolare che non manca mai nel tuo menu?
«Nella mia dieta non devono mai mancare cibi salutari, quindi porto sempre in tavola frutta e verdura».
Come te la cavi in cucina?
«Direi che sono uno chef provetto. Sarei un ottimo concorrente di MasterChef anche se non amo molto la cucina elaborata».
Da chi hai imparato a cucinare?
«Da mia nonna Nicoletta, che era Campana. Una grande donna e una formidabile cuoca, avrebbe fatto impallidire gli chef stellati. Amava viziarmi, mi circondava di prelibatezze e io la seguivo mentre preparava. Il suo piatto forte era la minestra maritata con verdure, salsicce, maiale, manzo e gallina».
Preferisci le ricette già rodate o ti piace sperimentare?
« È raro che io speri- ^ menti, preferisco pre-parare ciò che so fare. Una volta, per esempio, ho provato a preparare il gulash, ma la carne è risultata troppo dura e ho messo una quantità spropositata di paprica».
Un cavallo di battaglia, però…
«I saltimbocca alla romana, ovvero fettine di vitello e prosciutto crudo con salvia cotte nel burro e vino bianco»
Ricordi il primo piatto che hai preparato?
«Sì. Un giorno mi stavo annoiando, così ho deciso di cucinare qualcosa. Ho deciso di preparare la mozzarella in carrozza. Insomma, la prima volta non ho fatto niente di particolarmente difficile! Sono sicuro che, se non l’avessi bruciata, sarebbe venuta proprio buona».
Per chi cucini di solito?
«Per me. Ma dal momento che il proverbio dice “Chi mangia da solo, si strozza”, cerco di invitare quante più persone mi è possibile».
Articolo tratto da VERO.