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Filippo Nardi e la cucina inglese il Custard ai biscotti

Mi piace tanto cucinare, ma non piatti troppo complicati. Più che cucinare, in realtà, mi piace “preparare”. In Italia le materie prime sono così buone che basta metterle insieme per mangiare sano e leggero», dice Filippo Nardi (50 anni), ex gieffino del GF2 ed ex isolano de\Y Isola dei famosi 2018. Londinese d’origine, si definisce quasi vegetariano: «Mangio tanta verdura cotta a vapore, legumi, un po’ di pesce… Vivendo nella campagna toscana posso contare su tanti ortaggi freschi». Bravo a muoversi tra i fornelli. Filippo pi svela: «Ho dei piatti d’emergenza che preparo quando torno a casa tardi o dopo giorni trascorsi fuori e voglio qualcosa di veloce. Il mio asso nella manica è la pasta burro e acciughe, anche se in genere al posto del burro uso olio di oliva».

«Dico grazie alla mia vicina romagnola»

Da chi hai imparato a cucinare Filippo Nardi ?

«Ho vissuto tanti anni in Romagna, dove avevo una vicina di casa che era una cuoca eccezionale. Guardando lei ho imparato molti trucchetti. Mi ha insegnato a mettere un po’ di zucchero nel sugo per togliere l’acido. Per me è stata una scoperta interessante».

Com’è la cucina londinese?

«Non esiste! Londra è piena di gente che arriva da tutto il mondo, si trovano gli ingredienti più buoni di tutto il Pianeta, fatta eccezione per il pesce, visto che il migliore si trova in Sicilia. Ci sono alcuni piatti tipicamente inglesi buonissimi, come ad esempio il roastbeef. E poi i dolci, tutti ottimi. Adoro il Christmas pudding, lo spotted dick – pudding cotto al forno con frutta secca – e la Custard, dolce al cucchiaio con vaniglia e zucchero. La cosa che mi manca di più è la colazione: un pasto enorme, salato, con uova e bacon».

Filippo Nardi che cos’altro ti manca di Londra?

«Fish and chips, che solo gli inglesi sanno fare! Sì. lo so, li fanno anche in Italia, ma non è la stessa cosa. È come per voi mangiare una pizza all’estero: la trovi ovunque, ma non sarà mai come quella “vera”. Mi manca l’esperienza del fish and chips: andare nel negozietto in fondo alla strada e mangiarlo in piedi, con le mani, direttamente dal cuoppo (cartoccio fatto con la carta per fritture, ndr)».

Raccontaci della cucina della tua famiglia…

«Mio nonno aveva un ristorante. quindi mangiavamo benissimo. Era bravissimo a cucinare le aragoste, le ostriche e tutto il pesce dei mari freddi del Nord. Ma anche il suo brodo di pollo era ottimo. Io amo brodi e zuppe. Ricordo mio nonno nella sua cucina, sempre intento a rimestare qualcosa in un pentolone. Quando eravamo piccoli ci faceva anche un po’ paura vedere i pezzi di carne che galleggiavano nel brodo».

Andavi spesso a trovarlo?

«Tutti i sabati e mi fiondavo direttamente in cucina. Aveva cuochi che arrivavano da tutto il mondo, molti provenivano dall’Europa dell’Est ed erano profughi. Uno dei piatti forti del suo ristorante era il pollo alla Kiev: filetto di pollo macinato o pestato e arrotolato a mo’ di salsiccia intorno al burro freddo, quindi impanato e fritto o cotto al forno. Mio nonno era anche un grande sostenitore del pinzimonio: aveva sempre un grande cesto colmo di verdura cruda di tutti i colori, freschissima, e quando i clienti lo ordinavano portava direttamente la cesta in tavola».

La tua merenda quando eri piccolo?

«In Inghilterra, per la mia generazione, più eri dedotto più sembravi in salute. E infatti mangiavo bacon, formaggio e via dicendo. Però a merenda, dopo la scuola, consumavo solo una mela o una banana».

A proposito di bacon, è uno degli ingredienti simbolo dell’Inghilterra…

«Sì, è una pancetta affumicata che viene cucinata in tutti i modi. A me piace molto con l’hamburger, ma soprattutto con le uova
strapazzate. E la preferisco molto croccante».

Parliamo di dolci.

«Non li faccio! Troppo complicato. I miei preferiti sono strudel di mele e crostata di mele. Mi piace l’accoppiata mele e cannella! A proposito di cannella, volete sapere un trucco per una Carbonara da paura? Quando mescolate la pasta, alla fine, aggiungete mezza punta di cucchiaino di cannella: esalta il sapore della pancetta».



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Articolo tratto da Vero

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